L’aria rancida

L’aria rancida
di Barbara Giuliani
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Sono nata il diciotto gennaio millenovecentosettantanove e sono morta il diciotto gennaio duemilanove, sotto una coltre di neve che sapeva di letame arrugginito, mentre una puttana montenegrina si slacciava i pantaloni e pisciava in mezzo alla strada alle tre di notte. Questo battesimo non ha una fonte. Rettifico la luce di un insonne abbonamento sottotitolato, io ho tolto le chiavi alla porta, nessuno può chiudersi dentro.
Ipnotizzo ogni mio possibile omicidio.
L’aria rancida, l’amore in una discarica a cielo aperto.

I dialoghi tra le cose

I dialoghi tra le cose
di Federico Cioni
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Layout 1Io li sentivo i dialoghi tra le cose, gli oggetti mi parlavano, c’era un continuo vociare tutt’intorno a me. Cose che solo io avvertivo, sia chiaro. Spesso parlavo con il mio letto; mi diceva che mi comportavo male, che avrei dovuto essere più dolce. Forse aveva ragione, ma tutte le volte che ci provavo qualcuno se ne approfittava, mi faceva del male e io ho già sofferto abbastanza. Non ti ho mai detto questo di me, anzi a dire il vero non ti ho mai parlato davvero di me, me ne scuso e mi dispiace. Non hai potuto capire. Non passava notte in cui la luna non mi chiedesse se avevo finalmente capito cos’è la felicità, e io non potevo che rispondere di no, che non l’avevo ancora capito, e allora tutte le stelle si mettevano a ridere.