L’aria rancida
di Barbara Giuliani
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Sono nata il diciotto gennaio millenovecentosettantanove e sono morta il diciotto gennaio duemilanove, sotto una coltre di neve che sapeva di letame arrugginito, mentre una puttana montenegrina si slacciava i pantaloni e pisciava in mezzo alla strada alle tre di notte. Questo battesimo non ha una fonte. Rettifico la luce di un insonne abbonamento sottotitolato, io ho tolto le chiavi alla porta, nessuno può chiudersi dentro.
Ipnotizzo ogni mio possibile omicidio.
L’aria rancida, l’amore in una discarica a cielo aperto.
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